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Le complicanze precoci, a parte i rari casi di rigetto, sono in generale dovute alla tossicità extramidollare del trattamento di preparazione al trapianto
(fra queste sono di particolare rilievo le complicazioni polmonari acute che insorgono nei primi 100 giorni dal trapianto); alle gravi infezioni batteriche fungine, protozoarie e virali, la cui insorgenza è certamente favorita dallo stato di immunodepressione del paziente; o ancora alla comparsa di gravi complicanze immunologiche, come la GVHD acuta (v. fig 11 e tab. 9a, 9b). Questa, come abbiamo già ricordato, rappresenta la complicanza più temibile nel trapianto, ed è di solito di entità lieve o moderata (grado I o II). Con i più recenti protocolli di condizionamento e di profilassi della GVHD, e in particolare con il trapianto di CSE da SCO, la frequenza delle forme gravi di GVHD (grado III e IV) è molto ridotta rispetto al tradizionale trapianto di midollo osseo. Le forme gravi di GVHD acuta sono spesso mortali. Di solito insorgono in casi di incompatibilità HLA donatore-ricevente, per alleli DRB1, associata a profonda immunosoppressione del paziente e ad immunocompetenza della sospensione di CSE trapiantata. |
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